Nikolaj Dzhurmongaliev: il russo che mangiava uomini
Nikolaj Dzhurmongaliev nasce come Nikolaj Dzhumagaliev nel 1952 nella zona di Alma-Ata, in Kazakistan. È noto anche come Metal Fang ed è uno dei peggiori assassini dell’area sovietica, insieme ad Andrej Chikatilo e Gennadij Michasevič. Fino al 1989, anno della caduta del Muro di Berlino, lo stato kazako appartiene all’Urss e non è uno stato a sé. Il padre è kazako e la madre è russa. Non si conosce nulla della sua infanzia. È accusato di aver commesso circa cinquanta omicidi a sfondo cannibalistico.
Nel corso degli anni perde alcuni denti dell’arcata anteriore e se ne fece impiantare alcuni finti in metallo bianco: da qui gli deriva il soprannome Metal Fang. Nikolaj Dzhurmongaliev presta il servizio militare e viaggia in Europa e nelle zone del Circolo Polare Artico. I colleghi lo conoscono come una persona educata, solitaria, accompagnato da una calma insolita. Ha una buona parlantina e cura molto il suo aspetto esteriore ed il suo vestiario. In poche parole, è un gentiluomo. Ma se viene provocato, è in grado di sferrare colpi molto violenti. Sottolinea sempre la sua superiorità agli altri facendosi chiamare “il discendente del Gengis Khan”.
Compie il suo primo omicidio nel 1970 Nikolaj Dzhurmongaliev: smembra una vittima e ne butta i pezzi in un barile. L’anno dopo compie il secondo omicidio: la vittima sta tornando a casa dopo le preghiere serali e viene trovata morta con dei grossi tagli sul corpo. Lo arrestano e trascorre solo un anno in cella. La polizia è al corrente solo del secondo omicidio. L’esame di un istituto psichiatrico lo descrive come uno schizofrenico ed un folle.
Dopo la scarcerazione, Nikolaj Dzhurmongaliev inizia a lavorare come operaio. Tutti gli altri omicidi partirono dal 1980 e terminano al suo arresto, che avviene un anno dopo. La zona colpita è la Repubblica del Kirghizistan. Le sue vittime sono donne che vengono avvicinate in un parco locale quando fa buio. Le stupra e le uccide con un’ascia o un coltello, che porta sempre con sé. Sceglie le sue vittime per bellezza.
Il cadavere poi viene macellato e alcune parti le mette in un sacco per portarsele a casa. Ci cucina dei piatti etnici che mangia, oppure che offre agli amici durante alcune cene che organizza con un’alta frequenza. Pare che il fatto di vedere delle persone ignare che mangiano la carne umana lo eccita sessualmente. Nikolaj Dzhurmongaliev uccide perché detesta le donne e le prostitute. Non si conosce il movente del suo cannibalismo.
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Alcuni documenti ufficiali descrivono in modo abbastanza preciso un suo delitto. In quest’occasione, si nasconde dietro a delle rocce in attesa che qualcuno gli passi vicino. Trovata la vittima ideale, salta fuori e la uccide con una coltellata sul collo. Dopo che ne beve il sangue la porta in una discarica e, lontano da occhi indiscreti, fa sesso con il cadavere. Quando finisce, smembra il corpo in vari pezzi. Una parte li seppellisce.
L’altra parte la portò con sé per cucinarla. Nel 1981 due ubriachi, che il Nikolaj Dzhurmongaliev invita in casa con la promessa di dargli da mangiare, trovano nel frigorifero la testa decapitata di una donna ed il suo intestino. Scappano dalla casa e allertano la polizia, che lo arresta il giorno successivo. Durante il processo vengono accertati sette dei quarantasette omicidi di cui è incriminato e dei cento di cui è fortemente sospettato. Viene confinato in un istituto mentale a Tashkent. Dopo alcuni anni, una visita medica conferma che il suo stato mentale sta migliorando costantemente.
Non rappresenterebbe più un pericolo per la società. Può essere trasferito in un altro istituto. Non essendo più un pericolo, non gli viene affiancata alcuna scorta. Nel 1989, proprio durante il trasferimento, scappa dalla custodia, composta unicamente da un infermiere. Nell’agosto del 1991 viene nuovamente arrestato a seguito della segnalazione di una donna che lo riconosce a Fergana, in Uzbekistan. Dopo qualche anno di istituto mentale in Uzbekistan, torna in libertà nel mese di gennaio del 1994. Vive con i parenti da qualche parte nell’Europa orientale.